26 OTTOBRE 2017: I GIOVANI DI A.LI.VE. CONQUISTANO IL RISTORI

26 OTTOBRE 2017: I GIOVANI DI A.LI.VE. CONQUISTANO IL RISTORI
teatro

Il teatro Ristori di Verona, accoglie la messa in scena dei ragazzi alivini: posti esauriti e applausi a scena aperta, grandi emozioni e soddisfazioni!

Abbiamo chiesto a tre ragazzi del gruppo di teatro avanzato e tre ragazzi del coro giovanile, di raccontarci questa fantastica esperienza.

 

Che personaggio hai interpretato nei “I Promessi Sposi, avventura di un giovane lettore”?

Rodolfo Toffali: Nello spettacolo ho indossato le vesti di Don Rodrigo.

Benedetta Tomelleri: Nei Promessi Sposi ho interpretato due personaggi, ovvero Donna Prassede e la Perpetua.

Francesco Biolcati: Nello spettacolo ho interpretato il personaggio del Griso e dell’Azzeccagarbugli.

Cosa hai provato prima di salire sul palco come quello del teatro Ristori?

Rodolfo: Un’immensità  di emozioni, ma anche una certa dose di paura perché era la prima volta che recitavo in un teatro vero, però la consideravo anche un grandissima occasione da sfruttare al meglio per sfondare in questo mondo, che è il Teatro.

Benedetta: Prima di salire sul palco ho provato sicuramente un’emozione fortissima, non ero agitata perché mi sentivo a mio agio, ma ero eccitata, perché per me recitare al teatro Ristori, era una delle mete importanti da raggiungere e sapere che ero lì, che ero riuscita a farcela, mi ha fatto provare una gioia immensa.

Francesco: Ho provato una grande adrenalina ed eccitazione, perché stavamo per affrontare il palco di un teatro recentemente riportato agli antichi splendori, e per l’onore che c’è stato concesso, avevamo il dovere di rispettare questa opportunità.

Una volta che hai iniziato a recitare ti sei sentito/a a tuo agio? Cosa ti ha spinto a dare il meglio di te in quell’occasione?

Rodolfo: Sì mi sono sentito abbastanza a mio agio, anche se molto osservato! Riuscire a dare una buona impressione, far vedere che valgo qualcosa, dimostrare chi sono veramente e tutta l’energia che ci metto, mi ha spinto a dare il meglio di me in quell’occasione.

Benedetta: Sì, appena ho iniziato a recitare era come se fossi stata a casa mia, sentivo che quello era il mio posto e di conseguenza ho dato il meglio di me, perché mi veniva naturale farlo.

Francesco: Una volta iniziato lo spettacolo sono riuscito a lasciare fuori ansie e preoccupazioni che sono solito avere poco prima di calcare la scena, ma che riesco a lasciare al me stesso che resta dietro le quinte ad osservare. La possibilità di avere davanti cinquecento persone alle quali trasmettere un messaggio importante come quello dello spettacolo, mi ha spinto a dare il meglio di me.

Che ruolo ha avuto, secondo te, il coro in questa rappresentazione?

Rodolfo: Il coro ha dato un supporto straordinario e potentissimo. Dava atmosfera, voce, forza, moltissime cose che una persona da sola non può dare, la scena del popolo senza il coro non esisterebbe.

Benedetta: Quella del coro è stata una parte molto importante, perché se lo spettacolo fosse stato fatto solo dagli attori avrebbe perso di significato, invece i ragazzi coristi, con la loro presenza e le loro voci, hanno dato vita a qualcosa di molto più vivo e vero.

Francesco: Il coro ha avuto un importante ruolo di raccordo, soprattutto tra pubblico e personaggi principali, in quanto era il popolo che circondava le vicende dei protagonisti e aveva la possibilità, attraverso i testi e le canzoni, di veicolare i messaggi più importanti di tutto spettacolo.

Alla fine dello spettacolo c’è stato un lungo applauso, che impressioni hanno avuto le persone che sono venute a vederti?

Rodolfo: Ho ricevuto soltanto giudizi positivi. Uno in particolare è stato quello di un mio professore che ha elogiato tutti per la bravura e si è congratulato per la performance mia e di Michele Marchiori, interprete dell’Innominato, per aver mostrato l’altra faccia del male, quella maliziosa e tentatrice, quando il cattivo non è solo malvagio ma è anche carismatico, mostrare insomma ciò che del male può catturare e può far diventare tali.

Benedetta: Tutti quelli che sono venuti hanno detto che lo spettacolo è riuscito bene e che siamo stati bravi, ma la cosa più importante è stato vedere dei giovani mettersi in gioco e portare in un teatro come il Ristori uno spettacolo con dei temi così importanti per i nostri giorni.

Francesco: L’applauso finale è stato assolutamente molto gratificante per tutti noi, proprio perché siamo riusciti a dire la nostra con la serietà e la trasparenza di persone adulte, noi in quel momento non eravamo dei ragazzini, dei giovani disadattati come spesso possiamo venire identificati, ma eravamo uomini e donne che volevano comunicare con cinquecento persone, convinti di poter dire la nostra davanti a tutti.

A seguire i ragazzi del coro giovanile…

Eri agitata/o prima di salire sul palco?

Anika Caucchioli: Sì, prima di salire sul palco ero agitatissima perché   sapevo che sarebbe stata un’esperienza fantastica, nella quale mi sarei divertita moltissimo insieme a tutti i miei amici, o per meglio dire, insieme alla mia seconda famiglia che A.LI.VE. rappresenta.

Nicola Simoni: Sì certo, ero molto agitato, perché è uno spettacolo a cui abbiamo dedicato tanto impegno e stava per andare in scena in un teatro molto importante di Verona.

Vittoria Passerini: Sì, ero agitatissima! Il teatro era pieno, sapevamo tutti quanto fosse importante per tutti noi ed eravamo consapevoli di dover dare il massimo.

Che ruolo ha avuto, secondo te, il coro nello spettacolo?

Anika: Il coro ha avuto un ruolo principale, ha dato movimento allo spettacolo, coinvolgendo il pubblico con i balli e le canzoni, ha partecipato attivamente alle scene e soprattutto si è divertito.

Nicola: Secondo me il coro ha dato forza allo spettacolo, non solo per il contributo corale, ma anche per la presenza scenica.

Vittoria: Il coro è uno dei ruoli più importanti a parer mio, è la voce del popolo, quello vero e senza filtri, e chi, meglio del popolo, può dare voce alla rabbia, alla tristezza e all’euforia di un intero paese?

In che modo, nel tuo piccolo, hai contribuito alla riuscita dello stesso?

Anika: Io assieme a Caterina, Elena, Beatrice e Vittoria nella scena della Monaca di Monza, ci siamo immerse nel ruolo delle “suorine” ed è stato abbastanza difficile interpretarle perché, non avendo i microfoni, abbiamo dovuto alzare la voce, però credo che le battute si siano sentite perfettamente.

Nicola: Io, nello spettacolo, ho contribuito come ognuno ha fatto, con la mia voce e ho poi cercato in tutti i modi di rendere realistiche le scene a cui partecipavo.

Vittoria: Ho cercato di impegnarmi, come penso tutti all’interno del coro abbiano fatto, e di calarmi al meglio nella storia, osservando le scene e gli attori, per riuscire meglio nell’interpretazione.

Quali sono state le opinioni dei famigliari e degli amici che sono venuti a vederti?

Anika: I miei parenti sono rimasti a bocca aperta, non si aspettavano uno spettacolo così bello e coinvolgente, e a distanza di un mese continuano ancora oggi a parlarne e non smettono di raccontarlo ai loro amici.

Nicola: Le opinioni dei miei famigliari e quelle dei miei amici sono state molto positive, hanno detto che siamo stati bravissimi e che alcune scene facevano veramente venire la pelle d’oca, infine hanno detto che siamo un coro molto unito.

Vittoria: Le opinioni di chi lo ha visto, sono state estremamente positive. In particolare mi è stato riferito che fosse difficile comprendere come una storia così lunga e complicata, potesse essere interpretata in solo un’ora e mezza, senza tralasciare nessuno dei migliori dettagli in essa.

a cura di Maria Tomasi

Parola al Pubblico…

Ora vorremmo mostrare ai lettori ciò che è successo davanti al sipario, tra le poltroncine della platea, tra i balconcini dello splendido teatro. Abbiamo ricevuto moltissimi commenti e recensioni da parte del pubblico, per questo motivo sono stati raccolti i più significativi in questo articolo che segue. I pareri sono stati tutti riportati in forma anonima, ma abbiamo deciso di pubblicare a seguire anche un mini-saggio realizzato da Emilio Boaretto, studente di Lettere Moderne, e membro esterno della redazione.

“[…] Grazie per l’emozione che avete fatto provare a me e a mio marito, non immaginavamo niente del genere, non solo perché non ci aspettavamo che dei  giovani potessero essere così bravi a recitare e a cantare, ma anche perché personalmente non avrei mai detto che Manzoni potesse essere così emozionante! Ho sempre considerato i Promessi Sposi una grande opera, complessa, immensa, ma anche un po’ pesantina… mi/ci avete fatto ricredere, ne abbiamo apprezzato la grande forza emotiva e umana! Grazie ancora!”

“[…] sono un’insegnante del liceo e ho assistito allo spettacolo “I Promessi Sposi” al Teatro Ristori. La vostra sceneggiatura e la vostra regia sono di forte impatto emotivo, in un continuo crescendo che ha catturato gli spettatori. Tutta la faticosa bellezza del testo manzoniano è emersa in un contesto di fresca vivacità e di suggestioni sempre intense. Bravi! Veramente bravi! Forte, chiaro e struggente il messaggio lanciato in chiusura dai vostri giovani e bravi attori. Complimenti vivissimi a tutti!”

“[…] un grazie per lo spettacolo, intenso, pieno di emozioni, di grande impatto visivo. Bravi gli attori, bravo il coro, bravissime voi registe che avete saputo dirigere tutti questi giovani e avete saputo attualizzare il testo di Manzoni. Grazie della serata!”

“Ieri sera ho provato delle forti emozioni, ho pensato che c’è ancora speranza in questo piattume culturale. Grande lavoro […]”

“[…] evviva la gioventù. Sì, ieri sera è stato commovente ammirare tutti quei ragazzi, vederli così impegnati ed entusiasti nel trasmettere un grande messaggio di libertà. […] Davvero complimenti.”

“[…] la bellezza e l’intensità del vostro lavoro che ci avete regalato mi ha suscitato delle forti emozioni di condivisione profonda e autentica. Ho vissuto anche la gioia che scaturisce in chi fa teatro.”

“[…] ho visto con piacere lo spettacolo e l’ho trovato intelligente e ben fatto. Mi è parsa molto buona la scelta dei brani, la loro modernizzazione (non parodistica, ma adeguata ad una lettura moderna); la regia, di pari passo, è stata bene impostata. Bella la drammatica realizzazione della Peste.Bravi tutti gli interpreti con alcune eccellenze. Si vede la loro preparazione musicale anche quando recitano.Complimenti vivissimi […]”

“I nostri commenti, al pari di tutti quelli che ho sentito, sono positivi, molto. È la terza volta che vediamo il lavoro teatrale preparato dal gruppo misto attori/coristi e, sinceramente, ogni volta con maggiore attenzione ed interesse. Il racconto fugge via con estrema dolcezza verso la fine senza che ci si accorga del passare del tempo. Il cast è stato curato con tale cura che ogni attore interpreta il proprio personaggio con professionalità, scioltezza e pathos senza eguali. So che le maestre sono molto pignole sulla preparazione dei ragazzi e la struttura dello spettacolo e questo la dice lunga sulla qualità finale. Ottimo lavoro come tutti gli altri che abbiamo visto […].”

 

raccolta di Linda Micheletti