ASCOLTARE E OSSERVARE: IL SILENZIO DELLA CONTEMPLAZIONE
A cura di Alice Martini
Incontriamo il maestro Gerardo Chimini che eseguirà al pianoforte la via Crucis di Franz Liszt accompagnando il coro giovanile e solisti di canto di A.LI.VE., in un concerto diretto dal suo allievo il Maestro Paolo Facincani. L’esecuzione si terrà nella Chiesa Parrocchiale di Valeggio sul Mincio sabato 2 novembre alle ore 21.00, l’ingresso è libero.
Quali sono le impressioni avute dopo la prima prova insieme al coro?
<<Sono impressionato dalla grande leadership del Maestro Facincani, mio allievo ai tempi dei suoi studi pianistici. La sua è una grande voglia di fare cultura per i giovani, per educare loro e il pubblico all’ascolto. La sua tenacia l’aveva già dimostrata al tempo in cui ci siamo conosciuti e tra noi c’è stata subito una grande sintonia. Oggi ho potuto vedere come sia riuscito a rendere della sua vocazione la sua vita: seguire i giovani. I ragazzi di A.LI.VE., che stasera ho visto per la prima volta, mi hanno seguito con disciplina e movimenti elastici, segno di una grande preparazione. Non è facile parlare di educazione musicale e morale e chi fa musica deve essere una persona responsabile. L’eccellenza italiana è anche nelle arti, per questo abbiamo il dovere di lottare contro la mancanza di cultura che a volta ferma gli uomini. Educare all’ascolto è una delle missioni dei musicisti>>.
Come nasce la Via Crucis di Liszt?
<<La Via Crucis di Liszt è stata scritta a Roma dopo la seconda metà del XIX secolo, quando tutta la musica italiana era permeata dall’opera: anche i repertori liturgici erano in stile operistico. Liszt faceva parte del movimento ceciliano, nato in Germania intorno al 1830, in risposta all’esigenza di rinnovare la musica all’interno della chiesa Cattolica. Questa Via Crucis è perciò stata concepita per essere suonata e cantata su un carro trainato da buoi nella Via Crucis del Colosseo: il suo intento era infatti far riflettere le persone con il silenzio, molto più di impatto negli eventi cruenti come fu la morte del Cristo. La musica di quest’opera è quindi molto scarna, uno stile musicale che si rifaceva allo stile palestriniano, del 1500, considerato dal movimento ceciliano come la “musica sacra” d’eccellenza. Il pezzo è scritto per coro e pianoforte, o un grande armonium>>.
Quale valore ha oggi la musica di Liszt?
<<Il valore del silenzio è la meditazione sul mistero della morte e questo era l’intento di Liszt. L’importanza oggi di eseguire questo repertorio è far riflettere sulla paura del silenzio che ci circonda, il silenzio porta a specchiarsi dentro. I musicisti cercano il silenzio, perché in esso esce il suono. Abbiamo bisogno di riflessione e serve ritrovare la meditazione. Ma il silenzio è anche pace e il bisogno che vogliamo trasmettere è anche la necessità di pace interiore. Noi musicisti siamo dentro nel tempo, siamo dentro noi stessi e diamo un messaggio sonoro: Leonardo Da Vinci disse una volta che la musica è l’arte dell’invisibile e proprio nel silenzio si sente il suono, altrimenti non lo si può udire. Questa Via Crucis è proprio il momento catartico della musica ridotta all’osso, con lunghe pause per meditare il testo e contemplare i misteri della Cristianità>>.
La musica è il suo motore d’ispirazione
<<Sono convinto della grande potenza della musica, è il modo più naturale per esprimere le proprie emozioni: fare musica dovrebbe essere un fattore normale per qualsiasi persona. La coralità che si crea dona un senso di protezione, soprattutto per la crescita dei giovani. Lo studio della musica e della poesia è fondamentale per il futuro dei cittadini e proprio la musica dovrebbe essere il linguaggio universale che crea armonia tra il popolo. La cultura serve a sentirsi più liberi e lo sforzo comune di comprensione aiuta a superare le difficoltà della vita>>.