ANTEPRIMA TEATRO INCHIOSTRO VIVO 2020
TRILOGIA DELL’EREDITÀ: PRESENTATI I NUOVI SPETTACOLI DI INCHIOSTRO VIVO 2020
A cura di Alice Martini
Sabato 8 febbraio, alle ore 15.30 in sede A.LI.VE., è stata presentata la nuova Trilogia per la terza edizione di InChiostro Vivo, con il Salotto “Trilogia dell’Eredità”. Riflessione sui concetti dell’eredità patrimoniale e culturale con i ragazzi della scuola di teatro. Al termine è stata consegnata la targa in memoria di Francesca Butturini, per ricordare i vincitori del premio nei quattro anni precedenti.
È arrivato finalmente il momento: gli spettacoli di Inchiosto Vivo sono stati presentati al Salotto “Trilogia dell’Eredità” di sabato 8 febbraio in sede ALI.VE. Le produzioni su cui il gruppo dei ragazzi di teatro ha lavorato sono Macerie. Variazioni sul mito, dalle “Troiane” di Euripide, Lear. Mio re, padre mio, da “Re Lear” di W. Shakespeare e Il Mercante di Venezia, da W. Shakespeare.
Macerie. Variazioni sul mito, dalle “Troiane” di Euripide è una riflessione sulla follia del potere, che tutto calpesta in nome della propria autoaffermazione: la tragedia che si rinnova in ogni tempo quando un mondo muore senza lasciare né eredità né eredi. Tutto è distrutto; in quel momento, quando sembra che più niente esista, solo la parola, la poesia e il teatro possono dare voce ad un mondo che non c’è più e che d’ora in avanti potrà sopravvivere solo attraverso la memoria. L’eredità di questo mondo distrutto è come un seme nella bocca di un uccello, arriva fino a noi che, ancora oggi, raccontiamo questa storia: è un seme che deve germogliare in eterno.
Lear. Mio re, padre mio, da “Re Lear” di W. Shakespeare è una storia in cui la cura, l’affetto e il sentimento nei legami familiari si contrappongono alla smania del possesso e del potere, alla prevaricazione, all’invidia. Arriva ad analizzare i meandri delle complesse relazioni padri/figli, fratelli/sorelle. Viene messo in scena da un gruppo di ragazzi di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni che saranno impegnati in tutti i ruoli: come figli ma anche come figli che interpretano i padri. Avere l’occasione di mettersi nei panni non solo dei giovani ma anche degli adulti è un modo per osservare con gli occhi dei figli il mondo dei padri e quindi per riflettere su quale ereditàciascuno di noi riceve dalla propria famiglia. Si tratta sicuramente di un’eredità complessa che, con le sue bellezze, le sue fatiche e le sue storture, ci permette di affrontare in modo più consapevole l’avventura della vita.
Il Mercante di Venezia, da W. Shakespeare. Gli eroi di questa storia non sono eroi, stanno in seconda o terza fila nella vita e si muovono in un mondo in cui le cose più importanti sono l’apparenza e l’appartenenza sociale, intese come omologazione al modello dominante. Quando l’identità culturale diventa così fragile, per affermarla è necessario definirla attraverso l’identificazione del nemico, cioè l’Altro, il diverso da sé. Non c’è un vero e proprio problema di fede, ma di conformismo, la terribile, umiliante, meschina sconfitta di Shylock ci fa sentire tutti a disagio perché ci mette di fronte alla stigmatizzazione della diversità, che talvolta può spingersi fino al suo annientamento.
Al termine della presentazione, la consegna della targa, da parte dei genitori Marco e Michelle, in ricordo dei vincitori delle quattro precedenti edizioni del premio Butturini, in memoria di Francesca Butturini, giovane allieva di A.LI.VE. scomparsa qualche anno fa.
<<Riteniamo che il teatro sia una delle manifestazioni più profonde di riflessione dell’essere umano su sé stesso e sulla collettività – conclude Camilla Zorzi – e che quindi possa essere un mezzo per poter sviluppare nei giovani opportunità di conoscenza>>. Come affermava il regista Luca Ronconi <<il teatro è una forma di conoscenza e sarebbe stato un mio desiderio che l’esperienza del teatro potesse essere per lo spettatore un’esperienza altrettanto profonda di quanto è per chi lo fa>>.