AIDA VA A SCUOLA: LA MUSICA DI A.LI.VE. ENTRA IN AULA

L’insegnamento della musica aiuta i bambini a crescere con una coscienza culturale e critica più profonda. Proprio su queste basi parte il progetto IN CHIOSTRO VIVO di A.LI.VE. con l’Istituto Comprensivo 8. Ne parliamo con i due maestri coinvolti, Andrea Marchioretti, che insegna percussioni e Alessio Preosti, docente di flauto

Cosa ne pensa del progetto?

Andrea Marchioretti: Il progetto è molto interessante, permette di avvicinarsi all’opera da diverse direzioni, quella musicale, con i laboratori di percussioni e di flauto, quella più creativa, con la creazione dei fondali e della scenografia, per arrivare ai burattini, dove gli stessi vengono prima creati per poi imparare a utilizzarli in scena. Un piccolo e divertente percorso sulla creazione di una produzione operistica.

Alessio Preosti: Sono dell’idea che questo progetto di far conoscere l’opera ai bambini sia molto importante soprattutto in questo periodo storico, la musica “classica” viene sempre più “snobbata” ed etichettata come qualcosa di vecchio; farla conoscere a bambini delle elementari è utile per far comprendere loro che non c’è nulla di vecchio nell’opera, era un po’ il cinema di epoche passate e, se siamo ancora qui a farlo nei teatri e ad ascoltarlo, ci sarà un motivo…

Come approccia le sue lezioni ai bambini delle scuole?

A.M.: A seconda del “materiale umano” a disposizione e facendo riferimento ai brani dell’opera, cerco di proporre ai bambini piccoli accompagnamenti, facili e divertenti, che possano essere eseguiti con percussioni fatte con materiale di riciclo (bidoni di plastica/lattine/tappi di bottiglia/ecc…), senza trascurare la gioia del fare musica insieme.

A.P.: Faccio lezione ai bambini di classe quarta elementare; le lezioni che faccio sono basate sul preparare delle trascrizioni e facilitazioni di piccole parti prese dall’opera Aida, questo ha lo scopo sia di far divertire i bambini suonando, ma nello stesso tempo anche di farli entrare un po’ dentro la storia e la musica dell’opera stessa ed è molto bello vedere i bambini attentissimi quando racconto i vari atti dell’opera. Importante è capire che a quell’età non serve spiegare chissà cosa, basta stuzzicare la loro fantasia e il gioco è fatto.

Quali obiettivi si aspetta di ottenere?

A.M.: Prima di tutto il divertimento! La gioia del suonare insieme è la prima spinta che porta al raggiungimento degli obbiettivi di un progetto come questo. Ci sono regole da seguire, perché si tratta comunque di lezioni scolastiche, anche se leggermente diverse dal solito.

A.P.: Penso che l’obiettivo principale di questi incontri sia quello di instaurare curiosità nei bambini, proponendo loro un repertorio musicale che purtroppo non è parte integrante dello studio a scuola. Questo non vuol dire che devo per forza far piacere una musica, lo scopo è quello di far capire che la musica è musica. Le etichette che noi diamo servono solo a diversificare la musica per il periodo storico, ma un brano del 1700 può dare le stesse emozioni di un brano jazz; lo stimolo importante da dare ai bambini è quello di spaziare: la musica è un’arte a tutto tondo, che ci può raccontare di tante cose, di epoche passate, di sogni, emozioni, ed è molto di più del sottofondo che sentiamo al supermercato.

Ha qualche idea per il proseguo del progetto in futuro?

A.M.: Il progetto ha moltissime potenzialità e meriterebbe qualche ora in più a disposizione per poter esaurire pienamente i vari aspetti che lo caratterizzano come la conoscenza dei molti brani dell’opera, la pratica strumentale e magari la costruzione del proprio strumento che si userà nella rappresentazione.

A.P.: Sarebbe molto bello fare degli incontri con le scuole improntati sulla guida all’ascolto, sia di opera ma anche di pezzi per orchestra o di musica da camera, usando DVD, cd oppure invitando dei gruppi di musicisti (giovani o professionisti) per fare delle piccole lezioni concerto. Sarebbero occasioni per presentare gli strumenti, parlare di cosa vuol dire essere musicisti e del lavoro di preparazione che deve esserci sempre dietro. Penso anche sia vitale portare i bambini a teatro, per avere una versione completa di quello che si spiega durante la lezione.

di Alice Martini