ANTOLOGIA RODARI: LE MUSICHE DI TERESA PROCACCINI A INCHIOSTRO VIVO 2021
Sabato 12 e domenica 13 giugno il Coro Voci Bianche si esibisce in un programma interamente dedicato alla musica del ‘900 con l’esecuzione di Sei cori op. 15 di Sergei Rachmaninoff, un geniale distillato musicale dello ‘spirito russo’ e i brani di Teresa Procaccini tratti da Antologia Rodari, una raccolta di canti per coro di voci bianche composta su filastrocche e poesie di Gianni Rodari. Ne abbiamo parlato con la famosa compositrice.
Maestra Procaccini, lei è una delle compositrici più importanti in Italia e riconosciuta nel mondo, può raccontarci la sua carriera artistica?
«Le mie doti musicali furono scoperte casualmente sin dall’età di due anni quando mia madre, buona pianista dilettante, mi sentiva intonare perfettamente una canzone allora in voga “violino tzigano” che si ascoltava alla radio. Da là è iniziato tutto… a 4 anni mi comprarono una piccola fisarmonica con la quale riuscivo a improvvisare i motivi operistici più famosi che ascoltavo dal grammofono, brani di opere e operette molto amati da mio padre. La musica era una costante nella nostra casa tanto che molti amici amavano passare le loro serate in nostra compagnia; a fine serata era immancabile la mia esibizione che imitava la famosissima Shirley Temple, bambina danzante nei film americani.
All’età di 9 anni ho iniziato gli studi di pianoforte e nello stesso anno, il 28 marzo 1943, strimpellando come al solito, mi venne fuori un motivo che mi sembrò non somigliasse a nessun altro conosciuto. Mio padre, pur non essendo musicista, mi sollecitò a crearne un altro sul momento – improvvisai un piccolo valzer – a cui mio padre suggerì il titolo: Valzer della nonna. Malgrado la guerra, periodo difficile per l’Italia per i bombardamenti subìti, uno dei quali distrusse la nostra casa di Foggia, riuscii a continuare gli studi musicali in maniera abbastanza regolare, sino a conseguire esami di solfeggio a 12 anni a cui seguì lo studio della composizione. Gli studi di composizione furono abbastanza travagliati per via dello scetticismo del mio maestro dell’epoca, che condivideva il pregiudizio di molti sulla capacità della donna a comporre musica. Secondo lui la donna era più adatta a fare la donna di casa, la madre, la moglie!!
Qualche anno dopo, per fortuna, un mio zio medico molto amico del famoso maestro napoletano Achille Longo, mi suggerì di “espatriare” da Foggia a Napoli per studiare con lui. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Dopo un breve periodo di studi mi suggerì di trasferirmi a Roma al conservatorio di Santa Cecilia perché “la Capitale offre più possibilità ai buoni elementi”. In quel periodo a Roma mi sono diplomata in organo con Fernando Germani, in composizione con Virgilio Mortari, e ho seguito anche un corso di perfezionamento pianistico con Renzo Silvestri, in più ho frequentato per qualche anno il corso di musica cinematografica con Enzo Masetti. Alla fine degli studi mi fu offerto il posto di insegnante di organo principale al Conservatorio di Foggia, del quale fui nominata direttore nel biennio ’71-’73. Prima donna a dirigere un conservatorio in Italia. Successivamente ho vinto il concorso nazionale per la Cattedra di composizione e mi assegnarono la sede al conservatorio di Santa Cecilia a Roma, dove ho completato i miei 42 anni di insegnamento.
Ad oggi ho composto 258 lavori, molti dei quali nati per richieste dirette di Artisti di tutto il mondo, e comprendono Opere liriche, Balletti, Musiche per orchestra con solisti e non, Musiche da camera per vari organici (archi, fiati, percussioni), un imponente catalogo di opere destinate o eseguibili per i giovani strumentisti, Musiche per coro, per coro di voci bianche ed infine un ampio repertorio di musica per Symphonic Band (sembra unica donna italiana a praticare questo genere musicale). Le tecniche avanguardistiche dell’epoca non hanno assolutamente condizionato il mio stile compositivo basato sulla scelta libera di un linguaggio comprensibile a tutti. Questa mia propensione ha favorito indubbiamente la creazione dei numerosi lavori dedicati al coro di voci bianche e ai giovani strumentisti, che possono contribuire in modo positivo alla loro formazione musicale».
Lei vive a Roma e so che è sempre in movimento per seguire le esecuzioni delle sue musiche in varie città, come ha conosciuto A.LI.VE. e il maestro Facincani?
«Stavo ad un concerto a Verona e chiesi informazioni per poter presentare i miei lavori di voci bianche. Mi fu fatto il nome del Maestro Paolo Facincani come la persona più qualificata e famosa per questo genere di repertorio corale di voci bianche».
Lei ha avuto sempre grande attenzione ai bambini, ha scritto molti brani per loro, sia per bambini che cantano che per bambini che ascoltano, cosa pensa del rapporto che essi hanno con la musica al giorno d’oggi?
«Non sono in grado di dare una risposta precisa se non augurare a questi bambini di avere un insegnante dalla mente aperta che pensi alla loro educazione musicale sin dalla più tenera età».
Come direttrice di conservatorio ha seguito varie generazioni di allievi che sotto la sua guida sono diventati musicisti in attività, alcuni di loro anche molto affermati e famosi. Come vede i giovani oggi che iniziano la carriera musicale? C’è differenza con le generazioni passate?
«Riguardo a questa domanda, preferisco non addentrarmi nell’argomento se non per dire che non sono assolutamente d’accordo sugli attuali programmi di studio della composizione che hanno eliminato elementi essenziali a formare un “vero musicista”!».
Lei ha avuto una carriera intensa che le ha dato la possibilità di incontrare molte persone, negli anni può dirci com’è cambiato il pubblico e il rapporto tra il repertorio cosiddetto “classico” e le persone che lo frequentano?
«Difficile dare una risposta a questa domanda, è da notare però, che riguardo alle tecniche avanguardistiche dei decenni passati, non ci sia più interesse da parte delle nuova generazioni per quello stile creativo».
A cura di Alice Martini