I VOLTI DI A.LI.VE.: GIUSEPPE MONDINI
A cura di Alice Martini
Incontriamo il maestro Giuseppe Mondini, da un anno insegnante di violino in ALI.VE.. Diplomato a Cremona e poi a Brescia, si è perfezionato quindi presso il Conservatorio di Mosca. «Sogno in futuro di poter creare in A.LI.VE. una piccola orchestra di archi, con allievi e maestri fianco a fianco» afferma il docente.
Mi racconti la sua carriera accademica e lavorativa
Sono nato a Cremona e proprio lì ho cominciato il mio percorso musicale come violinista in Conservatorio, per poi laurearmi anche a Brescia a pieni voti. Mi sono perfezionato con diversi importanti violinisti italiani e per quasi due anni presso il College e Conservatorio Tchaikovsky di Mosca. Collaboro da anni con diverse orchestre e ensemble cameristici, inoltre ho collaborato con il Museo del Violino di Cremona grazie al quale ho avuto la rara possibilità di suonare alcuni dei prestigiosi strumenti della collezione storica stradivariana in oltre cento esibizioni pubbliche.
Come ha conosciuto A.LI.VE.? Cosa ne pensa dell’Accademia?
Ne sono venuto a conoscenza dapprima come Accademia di canto per voci bianche, data la collaborazione del coro con Fondazione Arena. Penso sia una realtà ben strutturata che conta moltissimi allievi e spero che continui a crescere, soprattutto per quanto riguarda le classi di strumento.
Qual è il suo rapporto con gli allievi?
Il rapporto con tutti i miei allievi è basato sull’entusiasmo di far scoprire loro la possibilità che abbiamo di poterci esprimerci attraverso il linguaggio universale della musica. Ogni lezione è un momento importantissimo, in cui l’allievo deve apprendere ma anche mettersi in gioco; cerco di dare sempre il massimo perché penso che l’insegnate debba essere un aiuto e una guida, facendo capire l’importanza dell’impegno ma anche del divertimento. L’importante è dare gli stimoli giusti, ogni bambino è diverso da un altro.
Quali aspettative ha da questi corsi?
Più che aspettative, la mia volontà è aiutare l’allievo affinché impari al meglio a suonare lo strumento e sviluppi la sua inclinazione artistica; grazie alla musica l’alunno ha l’occasione di conoscere meglio sé stesso e la propria sfera emotiva, può imparare a suonare con una o più persone e imparare la collaborazione ed il rispetto nelle relazioni. Il continuo desiderio di migliorarsi dovrebbe portarlo a migliorare e crescere come persona.
Qual è stata la maggior soddisfazione dei suoi anni di insegnamento in A.LI.VE.?
Sebbene sia docente in A.LI.VE. da un solo anno, posso dire che la soddisfazione più grande è sicuramente poter trasmettere agli allievi tutto quello che ho appreso nella mia esperienza, condividendo conoscenze musicali e umane e, nel contempo, vederli crescere migliorare e appassionarsi.
Quali sono le sue aspettative e progetti per il futuro?
Per il futuro vorrei consolidare sempre più la mia posizione lavorativa e artistica, non è così scontato far coincidere questi due punti, progetti ne ho tantissimi e tanti sogni nel cassetto. Per quanto riguarda A.LI.VE vedere una classe di violinisti che cresce in modo costante sotto tutti i punti di vista sarebbe già fantastico, ci vorrà del tempo, ma appena ci saranno più strumentisti vorrei creare una piccola orchestra di archi con allievi e maestri fianco a fianco.
Qual è la sua opinione sul panorama artistico culturale in Italia?
Penso che la nostra nazione stia soffrendo molto a causa della grossa crisi, soprattutto umana e culturale di questo periodo storico. L’Italia è una piccola miniera d’oro ma non la si sa gestire, si respira Arte per le strade ma i Teatri rischiano la chiusura, molti artisti e musicisti di spessore non sono minimamente considerati e le nuove generazioni sono allo sbando non ricevendo un aiuto vero e concreto. Ci sono, fortunatamente, molte realtà in cui c’è molta passione e voglia di far fronte a tutto questo; ho con grande piacere riscontrato personalmente a Verona episodi di ”mecenatismo” che oramai si fanno sempre più rari: purtroppo sono eccezioni, si potrebbe fare molto di più, non c’è niente di peggio del talento sprecato. Ma sono fiducioso riguardo al futuro!