“I VOLTI DI ALIVE”: ROSALBA CATALANI

UNA CHIACCHIERATA CON ROSALBA CATALANI, LA “MAMMA” DI A.LI.VE.

A cura di Alice Martini

Incontriamo Rosalba Catalani, moglie del maestro e direttore di A.LI.VE. Paolo Facincani, che da quindici anni si occupa degli aspetti amministrativi e organizzativi dell’Accademia. In questa prima intervista, il racconto dei loro primi passi nella fondazione della scuola seguendo la loro passione per l’opera lirica.

Una tua piccola presentazione

Rosalba Catalani: «Presentarsi non è cosa sempre facile, spesso si dimentica di dire le cose più importanti. Allora, ora vi dirò una cosa molto importante per me, io sono una persona soddisfatta della propria vita e questo anche grazie ad A.LI.VE.. Da quasi quindici anni mi occupo degli aspetti amministrativi e organizzativi dell’Accademia, respirando allo stesso tempo tutto il profumo dell’arte che esprime attraverso i suoi collaboratori e gli allievi»

Quando è nata la tua passione per la lirica?

R.C.: «Francamente all’indomani della laurea in Giurisprudenza, mi sono resa conto che non avrei mai potuto intraprendere la carriera giuridica. La passione era per l’arte in tutte le sue forme. A ventiquattro anni sono stata assunta dall’allora Ente Lirico Arena di Verona come corifea: un sogno si avverava. Dopo 7 stagioni e con il primo figlio ho lasciato, ma il germe dell’opera lirica, del palcoscenico, era ormai entrato nelle pieghe della mia esistenza. In seguito, ho collaborato col Teatro Nuovo per circa tre anni, mi occupavo della programmazione della stagione del Divertiamoci a Teatro ai suoi albori e di programmazioni simili in altrettanti Teatri del triveneto».

Quando hai conosciuto il Maestro Facincani?

R.C.: « Con Paolo fu galeotto l’oratorio, i ragazzi oggi non possono capire cosa significasse per noi, per me l’oratorio! Io sono nata e cresciuta a Foggia fino ai dodici anni, nel settembre del 1977 sono arrivata in Veneto e il salto ancora me lo ricordo. In quegli anni l’oratorio era un luogo dove i ragazzi si incontravano in sicurezza con buona pace dei genitori. Paolo aveva diciassette anni e io sedici anni. Da allora non ci siamo mai persi di vista!».

Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a intraprendere il percorso di A.LI.VE.?

R.C.: «Mentre Paolo frequentava il Conservatorio cominciò a lavorare come comparsa in Arena, era il 1987,quell’esperienza fu determinante per sviluppare la sua passione smisurata per l’Opera Lirica. Io ero cresciuta con mia nonna che cantava le arie delle operette e delle opere e lui si stupiva che io conoscessi quel repertorio, che invece lui non frequentava. L’Arena era stata un colpo di fulmine; in quel periodo era nato anche il primo coro polifonico formato da giovani amici che divenne una palestra importante per Paolo che ci dirigeva. La Bottega Polifonica, così si chiamava il coro, diede a tutti i suoi componenti la possibilità di viaggiare e fare esperienze artistiche memorabili. Poi nel 1993, lo stesso anno del nostro matrimonio, il suo primo coro di voci bianche venne scelto per cantare ne “I Pagliacci” di Leoncavallo, regia di Gabriele Lavia. A.LI.VE. nacque nel 2000, perché, ad un certo punto sentimmo la necessità di poter gestire pienamente e in esclusiva l’idea di una scuola corale dedicata all’infanzia, senza intermediari, come invece era successo fino ad allora».