IN PRINCIPIO ERA IL VERBO
A cura di Alice Martini
Intervista al compositore Paolo Pachera che, dopo l’esperienza del Racconto della Passione con il coro A.LI.VE., propone un nuovo lavoro sul tema religioso: la Via Pastorum. Dopo il successo della Prima Mondiale il 5 ottobre in Duomo a Verona, il 22 dicembre l’opera verrà eseguita nella Chiesa di Santa Maria di Nazareth a Brescia, alle ore 16.30, con il Maestro Gerardo Chimini al pianoforte. Ingresso libero.
Cosa l’ha spinta a comporre un oratorio sacro?
<<La scelta nasce dalla collaborazione con Paolo Facincani, dopo l’esperienza del Racconto della Passione: eravamo alla ricerca di un soggetto diverso ma sempre in ambito sacro e la scelta è caduta sul tema del Natale al quale pensavamo da tempo. Mi piaceva l’idea di un percorso simile a quello che avviene nella Via Crucis però studiato come viaggio (excursus) attraverso otto momenti ispirati alla Natività. Il progetto prevedeva anche una partitura che unisse i due cori di A.LI.VE., quello di voci bianche e quello giovanile>>.
Quali emozioni ha provato nel comporre questa partitura?
<<La partitura è nata poco alla volta, quadro dopo quadro. Ogni quadro rappresenta momenti diversi e diverso è lo stato d’animo che accompagna la composizione di ogni quadro. Primariamente per me c’è la scelta del testo e in questo caso la scelta è caduta su autori molto importanti che hanno segnato la storia della letteratura italiana. Sono testi di ispirazione sacra e la fede dei poeti e degli scrittori che traspare dai loro scritti mi ha aiutato e guidato nella composizione. La varietà di situazioni, quadro dopo quadro, si riversa in musica con idee tematiche e spunti che nascono dal profondo e li abbracciano: gioia, felicità, stupore, ansia, smarrimento, dolore, esaltazione; ho cercato di penetrarli e di riversarli sulla carta>>.
Quale messaggio si aspetta di trasmettere al pubblico?
<<Quando scrivo un pezzo, una delle preoccupazioni maggiori è che lasci qualcosa al pubblico che verrà ad ascoltare. Anche la musica e il linguaggio, pur essendo contemporanei e progettualmente complessi, mirano sempre a questo fine. In questo caso spero che questo viaggio faccia riflettere e pensare al mistero del Natale che passa attraverso vari momenti, non tutti idilliaci e festosi, ci sono attimi di smarrimento, di fatica, di ansia: nel VII quadro Rachele che piange i suoi figli per la strage dei bambini comandata da Erode è il più drammatico e intenso, mentre nel III quadro lo smarrimento di Giuseppe viene tranquillizzato attraverso il sogno. Questo viaggio, però, in fondo, rappresenta il viaggio della vita con le gioie, le fatiche, le vittorie e le sconfitte; così ognuno mi auguro possa assorbire quello che più sente vicino al suo modo di essere; e per chi crede sia un ringraziamento e una lode al Padreterno>>.
A quali testi si è ispirato per scrivere la partitura?
<<La scelta dei testi per me è fondamentale. Ecco che allora poeti e scrittori come Dante, Manzoni, D’Annunzio, ma anche F. Massi e Mons. G. Mancini, uniti a passi del Vangelo e della tradizione popolare, mi hanno subito colpito per la profondità, l’intensità e la bellezza. Con questa qualità la musica è scaturita quasi spontanea, ho solo cercato il “vestito” che mi sembrava più adatto per avvolgerli>>.
La presenza del coro A.LI.VE. formato da giovani e ragazzi renderà tutto il percorso come un fresco cammino per il pubblico. È d’accordo?
<<Innanzitutto devo ringraziare di cuore i due cori che si sono sobbarcati tutto il lavoro; è stato un percorso impegnativo, ma questo ve lo può raccontare meglio Paolo Facincani. Vorrei ringraziare anche tutti quelli che hanno lavorato dietro le quinte per organizzare il concerto perché tutto fosse organizzato al meglio a partire da Rosalba Catalani e a tutto lo staff di A.LI.VE.. Penso che creare una partitura che unisce coro di bambini e coro giovanile possa essere un veicolo molto importante per la diffusione del messaggio che la musica intende portare. Vista l’accoglienza entusiasta del pubblico alla “prima” credo che i due cori abbiano contribuito in maniera determinante>>.
La partitura comincia con “In principio era il Verbo”. Si può dire che questo messaggio sia il perno su cui ruota tutto lo spettacolo, il Verbo che è voce e suono. <<Tutto il messaggio del Natale ruota intorno all’incarnazione del Verbo, in un progetto che era già presente dall’inizio della creazione fino alle profezie dei profeti nel Vecchio testamento. Tutto inizia dal Verbo e tutto ruota attorno al Verbo. Non ho avuto dubbi nell’iniziare il prologo con il prologo del Vangelo di S. Giovanni. Per S. Giovanni Gesù è il Verbo fatto carne che viene a dare la vita agli uomini e il mistero dell’incarnazione guida tutto il suo pensiero: Gesù è la parola, è la luce mandata da Dio, ma è anche Dio stesso quindi anche Spirito e vita. La musica e il canto sono strumenti “eletti” e privilegiati” per dare voce al Verbo>>.