L’IMPORTANZA DELLE EMOZIONI DEGLI STUDENTI – INTERVISTA AD ANNALISA TIBERIO
“Un sogno per i giovani è che siano felici”, questo l’augurio di Annalisa Tiberio per tutti i ragazzi di oggi e per il loro futuro. L’abbiamo incontrata per conoscere dall’interno il suo lavoro nella scuola veronese e il suo impegno per IN CHIOSTRO VIVO. Partecipa all’intervista il Professor Venturini, dell’ufficio scolastico territoriale di Verona, parte fondamentale nel lavoro di creazione e istituzione dei progetti all’interno della scuola.
Parlamento della Legalità e Consulta dei giovani studenti. Ci aiuti a capire di cosa si tratta e qual è il suo impegno personale.
Dott.ssa Tiberio: Il mio impegno personale nel Parlamento della Legalità consiste nel far parte dello staff della presidenza come consulente dei progetti rivolti al mondo scuola. Per quanto riguarda la consulta degli studenti essa rappresenta un organo molto importante per tutti gli studenti delle scuole di Verona e Provincia, il mio impegno è quello di essere da 12 anni la loro referente.
Cosa la rende un’iniziativa fondamentale per i giovani di tutta Italia?
Dott.ssa Tiberio: È fondamentale perché sprona i giovani a lavorare per i valori della vita enunciati nella nostra Costituzione e nella Dichiarazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, attraverso l’inserimento di progetti formativi nell’offerta triennale delle singole scuole, volti a sensibilizzare i giovani. È stata creata una rete che riunisce ben quaranta scuole della nostra provincia, la Rete di Cittadinanza Costituzione e Legalità, coordinata e diretta dal Dott. Mario Bonini, che lavora per permettere che nelle scuole emergano quelle che sono le buone prassi e le buone pratiche sul tema della legalità, della cittadinanza attiva e della partecipazione studentesca.
È importante lavorare in sinergia con gli enti e le istituzioni, perché la scuola non è avulsa da uno spazio e da un territorio: bisogna collaborare con la Prefettura, con l’Arma dei Carabinieri, con la Polizia di Stato, ma soprattutto con gli enti e le associazioni che hanno a cuore il mondo giovanile e il mondo scuola.
Io vengo coadiuvata nel mio lavoro e nel mio operato a sostegno dei dirigenti scolastici, dal Professor Venturini Giuseppe, nel rispetto della loro autonomia organizzativa, didattica e gestionale. Abbiamo un portale, che invito tutti a visitare www.scuolaveronese.it, dove si trovano tutti i progetti che sono già stati validati nel contenuto valoriale e nella capacità comunicativa che deve essere adatta ai ragazzi. L’obiettivo è far sì che nel ragazzo nasca quella motivazione ad apprendere i valori della nostra democrazia attraverso tutti i metodi e le strategie di insegnamento e sensibilizzazione.
Il valore più importante è il rispetto per la vita di ogni essere umano e della sua diversità, vista sempre come grande ricchezza; il rispetto delle regole che si acquisiscono sia in famiglia ma anche a scuola. È importante far capire ai giovani che la loro vita non si esaurisce nella scuola o nella famiglia ma che certe competenze di cittadinanza si esplicano anche nella società civile. Questo il grande lavoro delle associazioni, che siano sportive, artistiche, di volontariato o di tutela degli animali.
Da questa rete nascono tanti progetti, fondamentali per un’opera di prevenzione che non deve essere disgiunta da un percorso di informazione e formazione, per arrivare ad un processo educativo molto importante: si organizzano convegni, seminari, workshop nelle scuole durante le assemblee di istituto, per le quali ringrazio fortemente la consulta degli studenti, grande motore propulsivo, in collaborazione con la Polizia Postale.
Attraverso i ragazzi si arriva anche alle famiglie e si assicura una continuità educativa fondamentale perché il messaggio valoriale arrivi in tutti i contesti sociali in cui il ragazzo si trova ad esplicare la sua vita.
Prof. Venturini: Il valore della legalità si apprende in primis in famiglia, attraverso i progetti visibili anche sul nostro portale, la scuola svolge questo compito su vari temi: alcuni più costituzionali, altri più morali o a tema animalista. Si aggiunge così al valore familiare, anche il valore educativo della scuola, che diventa un valore aggiunto.
È sempre più necessario per i ragazzi trovare un sostegno anche all’interno della scuola. Purtroppo alcuni giovani non hanno una famiglia che consenta loro di crescere non solo nella legalità ma spesso nella serenità.
Dott.ssa Tiberio: Infatti noi abbiamo a cuore il ben-essere e ben stare nella società dello studente. Ci tengo a sottolineare come la scuola veronese abbia attuato quelli che sono i protocolli MIUR- Ministero della Difesa, MIUR- Arma dei Carabinieri, MIUR – Polizia di Stato, al fine di avvalerci di testimoni che lavorano sul campo. I ragazzi hanno bisogno di avere dei punti di riferimento importanti anche al di fuori del mondo scuola. Richiedo sempre una grande sensibilità ai docenti e devo dire che non c’è scuola nel nostro territorio che non abbia al suo interno un percorso formativo sulla cittadinanza attiva.
Le nostre scuole hanno ricevuto infatti dei riconoscimenti: non ultimo i ragazzi di San Bonifacio dell’Istituto Dal Cero, hanno incontrato anche insieme ad altre otto scuole, il nostro Presidente della Repubblica Mattarella, per un percorso realizzato sulla Grande Guerra e sulla storia locale.
Tutti i linguaggi devono concorrere a far sì che questi valori emergano: i ragazzi hanno bisogno di aver riconosciute le loro emozioni. Questa è difficile nell’era dei social network: pare che i ragazzi siano sempre in contatto con tantissime persone, ma capita che non abbiano un amico a cui stringere la mano. Mi piacerebbe che gli adulti sapessero usare tutti i linguaggi, da quello verbale, non verbale, musicale, artistico, grafico-pittorico, letterario, per far emergere quello che i ragazzi vivono in questo particolare momento della loro vita, perché ne fuoriesca un’immagine bella del mondo giovanile nella nostra città.
Il valore aggiunto di qualsiasi progetto non è quindi solo quello di dare competenze legate alle singole discipline, basi fondamentali per inserirsi nel mondo del lavoro e dell’università, ma è importante che i ragazzi non perdano l’attenzione per la persona, per ogni essere umano.
È importante che anche in questa città i ragazzi attuino un’ alleanza sinergica e costruttiva con il mondo degli anziani, un mondo di cui si parla ancora troppo poco, su cui si parla solamente in forma socio-assistenziale dimenticando di valorizzare il background che questi anziani nella loro vita, anche in periodo storico molto particolare, hanno vissuto. Dovrebbe nascere un albo, in tutti i comuni, in tutte le città, perché queste esperienze di vita e storie, non vadano perse ma siano tramandate attraverso i nostri giovani. Sono persone che hanno contribuito a costruire la nostra Italia, con il loro lavoro e i loro sogni.
Ripartiamo dalla cultura, dal rispetto e dall’amore.
In un periodo in cui i giovani vengono spesso sottovalutati e criticati, perché scegliere di impegnarsi a trovare degli spazi, fisici ma soprattutto sociali, per loro?
Dott.ssa Tiberio: Perché hanno bisogno di vivere delle emozioni. In primis perché questo aiuta l’adulto ad avere un’attenzione nei confronti dei giovani, ma anche per smentire l’immagine che i nostri media danno dei giovani. Si parla poco del giovane che raggiunge un successo formativo, che fa qualcosa di bello insieme ai propri compagni, ma viene messo in evidenza di più lo studente che arreca un danno o non rispetta le regole. Bisogno far sì che il mondo giovanile abbia un valore aggiunto nell’ottica di un’attenzione verso il suo mondo e le emozioni dei ragazzi.
Quello che io noto è che i giovani hanno spesso una difficoltà ad esprimere quello che è i loro vissuto emozionale e spesso assumono degli atteggiamenti non positivi, ma non perché il negativo sia in loro, ma forse per lanciare un grido di aiuto agli adulti. Per questo dobbiamo camminare con loro portando la nostra autorevolezza, espressa in autorità guidata dall’amore.
Per noi è importante creare degli spazi: l’abbiamo fatto durante alcune cerimonie e commemorazioni in presenza del Prefetto di Verona e del nostro Sindaco, perché i ragazzi potessero portare la loro voce mandando un messaggio alla loro città. In questo si sente spesso un grido di allarme che può piacere o non piacere, ma è giusto che i ragazzi esprimano quello che sentono.
Cosa rende i giovani di oggi migliori e/o peggiori dei giovani che hanno vissuto gli anni ’70 e ’80?
Dott.ssa Tiberio: Quello che manca al giovane d’oggi è proprio la relazione autentica. Io ricordo la mia giovinezza, vissuta in un quartiere popolare: si facevano sempre i compiti in fretta per uscire in corte a giocare, un vero laboratorio a cielo aperto di cittadinanza. Quello che manca oggi è proprio un luogo di incontro e di aggregazione. Il mio suggerimento come donna di scuola sarebbe quello di creare dei centri polivalenti che servano da centro di aggregazione, dei luoghi dinamici in cui i ragazzi possano validare la relazione autentica, non solo tra pari, ma anche con delle figure di riferimento. È fondamentale educare al tempo libero il giovane, che è invece spesso preso dall’apatia. Gestire i tempi è fondamentale, per permettere loro di coltivare le passioni e riappropriarsi del loro tempo libero, perché possano vivere delle esperienze formative e relazionali che li aiutino a crescere.
Che ruolo ha avuto e ha oggi la scuola nella crescita di un giovane?
Dott.ssa Tiberio: Oggi dovrebbe avere un ruolo fondamentale, dovrebbe lavorare con i valori fondamentali e saper leggere la società in cui è inserita, andare a pari passo con il mondo che la circonda. Ben vengano all’interno dell’offerta formativa associazioni ed esperti del territorio, per sviluppare interessi e propensione a determinati settori. La scuola oggi sta facendo tanto e si è evoluta in questi ultimi anni, cercando di mettere al centro la persona, creando anche degli spazi per ascoltare quelli che sono i bisogni dei nostri ragazzi. È necessario acquisire delle competenze ma anche e soprattutto creare delle persone educate alla relazione e a stare nella società, qualsiasi sia il ruolo che poi si vada a ricoprire.
Darei anche maggior valore alla comunicazione verbale: i ragazzi devono essere abituati ad esternare non solo pensieri legati alla materia di studio, ma anche le proprie emozioni attraverso le parole.
I giovani di oggi a volte vivono la scuola senza stupore. Quali sono i margini di miglioramento dell’insegnamento? Come facilitarli?
Dott.ssa Tiberio: Lo stupore cresce usando le strategie attive di insegnamento. Sono necessarie le lezioni cattedratiche, ma deve essere uno dei modi diversi per far sì che lo studente alla fine del percorso abbia anche dei modelli di insegnamento e di apprendimento che siano rispondenti al suo modo di apprendere, che è differente in ogni ragazzo. Quando la scuola avrà chiara la missione educativa oltre a quella formativa allora potremmo creare dei ragazzi effettivamente motivati ad apprendere.
Non è da escludere che un insegnante come me, abilitato ad insegnare psicologia, sociologia e filosofia, utilizzi ad esempio la musica per insegnare queste materie, o la letteratura italiana, creando dei percorsi di ricerca da affidare ai ragazzi, attraverso tutte le discipline. L’insegnante è portatore non solo della propria materia, ma di un mondo anche personale: quanto più sarà accattivante una lezione, anche con il contributo di esperti, tanto più le giornate non saranno stereotipate o identiche a se stesse, ma incideranno molto nella formazione dello studente.
Prof. Venturini: Molte infatti sono strategie di coinvolgimento della didattica che noi insegnanti conosciamo ad attuiamo nel nostro insegnamento e hanno il valore di non far perdere l’attenzione e il desiderio di conoscenza e di crescita all’alunno. Queste strategie servono quindi ad invogliare l’alunno, a stimolarlo e renderlo sempre più curioso per qualsiasi materia.
Dott.ssa Tiberio: Quello che è importante è la capacità critica di scelta: portare lo studente a conoscenza di cosa voglia dire consapevolezza delle proprie azioni e del proprio agire umano. Ed è questo che porta poi il ragazzo ad essere un cittadino responsabile.
È necessario perciò conoscere bene e male, far capire loro che una loro scelta potrà incidere molto nella loro vita e spesso anche nell’ingresso al mondo del lavoro.
E i genitori?
Dott.ssa Tiberio: La famiglia è cambiata nelle sue peculiarità, non esiste più una connotazione specifica di famiglia, ma non è che la famiglia non sia presente nella vita del ragazzo anche se a volte sembra che i genitori non abbiano gli strumenti per entrare nelle emozioni dei ragazzi. I genitori hanno spesso bisogno di aiuto in questo. Chi non ha la forza di chiedere aiuto a volte prova ad ovattare il ragazzo, creando un mondo intorno a lui che lo faccia sentire al sicuro. Oppure assistiamo alla tendenza a calendarizzare le attività e le giornate dei ragazzi: scuola e sport diventano una scelta del genitore e si rischia di perdere un’eccellenza.
La scuola a volte non fa emergere quelli che sono i talenti musicali, artistici, sportivi. Quindi deve migliorare anche l’attenzione del docente alla valorizzazione del talento. Ognuno di noi è diverso e ha le proprie unicità e se la scuola riconosce un certo tipo di personalità, deve lavorare per svilupparla in certi settori, svolgendo anche un ruolo di indirizzamento verso le associazioni musicali o sportive, per insegnare loro a vivere anche il tempo libero.
Quali sono i sogni di una persona che come voi investe nei giovani e lavora dall’interno delle istituzioni per loro?
Dott.ssa Tiberio: Un sogno per i giovani è che siano felici.
Felicità è provare per altri rispetto e affetto, sincero, puro che si può evolvere in due grandi valori, quello dell’amicizia o quello dell’amore. Quello che auguro ai ragazzi è di trovare la felicità in azioni che non possano ledere il mondo degli altri: si possono incontrare amori ricambiati o no, ma l’importante è riconoscere e rispettare le emozioni e i sentimenti degli altri, ed è quello che auguro ad ogni ragazzo.
Auguro di trovare persone autorevoli nel mondo degli adulti che li aiutino a sviluppare le propensioni che sono diverse in ognuno di noi, calibrando di conseguenza la vita e seguendo un sogno che può essere irrealizzato o irrealizzabile, ma che farà da propulsore verso il miglioramento e la crescita.
I momenti di difficoltà, che ogni giovane proverà nella vita, se affrontati con qualcuno vicino che lo aiuti e lo sostenga, saranno più facili da affrontare così come il dolore, che spesso spande una luce diversa per affrontare di nuovo la vita.
Auguro quindi una felicità intrisa di umanità rispetto e sincerità, un’umanità che accolga il giovane. È un valore che noi adulti non possiamo permetterci di perdere.
Prof. Venturini: Ciò che mi auguro per i ragazzi è il raggiungimento dell’equilibrio che porterà alla formazione di adulti rispettosi che si aiuteranno e coopereranno tra di loro seguendo sempre questa forma equilibrata di educazione e di rispetto, che può anche creare una società migliore. È un disegno grande.
Di recente abbiamo ricevuto una delusione che ha particolarmente colpito noi giovani di A.LI.VE. e le persone che si dedicano ogni giorno alla nostra crescita, all’istruzione e alla cultura. Cosa rende così difficile l’inserimento dei giovani nella società di oggi?
Dott.ssa Tiberio: Adulti che non sanno o non vogliono comprendere il valore aggiunto che può dare un ragazzo ad un percorso anche istituzionale. Il non voler capire e non voler rompere degli schemi. Nel concerto in Arena con la Banda dei Carabinieri è mancata la freschezza del mondo giovanile. Io avrei davvero voluto dei giovani talenti su quel palco, era un momento importante per la nostra città, 15mila persone in Arena che abbracciavano l’Arma dei Carabinieri. Aver avuto l’opportunità di poterci essere in quel contesto era un modo di voler ringraziare l’Arma per tutto il lavoro svolto in questi anni. Insieme facciamo prevenzione, formazione ed educazione. Quella sera non mi sono commossa per non aver ascoltato il nostro Inno cantato dai giovani.
Volevo che fosse un regalo, ma se ci sono degli adulti che non comprendono il valore aggiunto dei ragazzi, della loro preparazione, della loro motivazione e sacrifici, non si riuscirà mai a dare degli spazi.
Io volevo vedere il coro A.LI.VE. quella sera, su quel palcoscenico, avrebbe contribuito a scrivere una pagina di storia della nostra città. Io so che il coro A.LI.VE. voleva abbracciare l’Arma dei Carabinieri, ma io sono sicura che ci saranno altre occasioni.
IN CHIOSTRO VIVO, un’iniziativa A.LI.VE. che porterà dal 3 al 10 giugno p.v. tanta cultura, teatro e musica. Bellezza creata dai giovani, nel centro storico di Verona. A quale evento non si dovrebbe mancare?
Dott.ssa Tiberio: Sono tutti eventi di grande valore e di grande significato. Tutte le performance raccontano un pezzo di storia della nostra Italia e della nostra vita. Mi auguro una presenza notevole e sono sicura che l’interesse da parte di tutti i veronesi sarà molto elevato in questa full immersion di buone pratiche e buone prassi nella nostra città.
Io seguirò il laboratorio di scrittura creativa che segue la mia missione di far emergere le emozioni nei ragazzi partendo dalle pagine della loro vita, per spronarli sempre di più a scrivere nei loro diari e recuperare il valore del testo scritto attraverso la voce di persone che a loro volta hanno vissuto dei momenti difficili nella loro vita tramutati in scrittura.
Ci sarà musica, momenti storici, ci sarà il Parlamento della legalità, con il Dott. Mannino che porterà delle storie di realtà quotidiana.
Quello che mi auguro è che ognuno per la propria sfera di azione e ambito di competenza possa portare un valore aggiunto in questo chiostro che tornerà a vivere nella sua peculiarità. Un chiostro in cui la storia rivive e crea una nuova pagina di storia.
Prof. Venturini: L’offerta che propone l’evento è molto variegata e interessante. Io per deformazione professionale di insegnante di lettere prediligo ciò che è scrittura, ma le testimonianze storiche saranno molto interessanti portando aspetti anche meno conosciuti della storia veronese.
Per tutti gli eventi di IN CHIOSTRO VIVO visita la nostra pagina Facebook o il sito dedicato
di Elisa Beverari