NELL’ATELIER DI A.LI.VE.: LE “DONNE” DI DON GIOVANNI

Nuovo appuntamento con Davide Tonolli, che ci racconta la storia di Isabella e Donna Elvira, personaggi femminili di Don Giovanni di Molière, la seconda opera andata in scena durante l’edizione di InChiostro Vivo 2019. 

Chi sono i personaggi femminili dell’opera di Molière?

D.T.: «I personaggi femminili più importanti della vicenda sono Isabella, Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart, e Donna Elvira. Isabella è una nobildonna e appare nella prima scena dello spettacolo. Nel buio della sua camera da letto, viene ingannata da Don Giovanni il quale le fa credere che stia giacendo con un altro uomo invece che con lui. Donna Elvira è colei che più di tutte si strugge per l’amore che prova nei confronti di Don Giovanni. È una donna appena uscita dal convento che, come una pazza, segue Don Giovanni ovunque. Nel finale arriva addirittura a manifestare nuovamente il suo amore per lui e a supplicarlo di cambiare vita un attimo prima della sua discesa negli inferi».

Quale chiave di lettura è stata data a Don Giovanni?

D.T.: «Don Giovanni venne scritto nel 1665, epoca in cui l’arte barocca arrivava a toccare le vette più alte della sua espressione ed il testo è stato lasciato quasi del tutto intatto. Le scelte delle lettura drammaturgica e della regia sono andate invece verso uno stile moderno, quindi più facilmente fruibile da un pubblico giovane». 

Il movimento dei corpi è stato il perno su cui si è mosso lo spettacolo

D.T.: «Assolutamente si. Nella messa in scena di una storia complessa che narra le vicende di un personaggio altrettanto complicato come quello di questo seduttore dissoluto, le registe, fin dall’inizio del lavoro, sapevano che il movimento sarebbe stato un elemento imprescindibile. Ciò che interessava a Silvia Masotti e Camilla Zorzi era evocare, partendo dalla recitazione e dai movimenti degli attori, il dinamismo intrinseco dell’arte del 1600, un mondo in costante movimento, presente tanto nelle opere d’arte – basti pensare alle sculture del Bernini – quanto nei versi dei testi teatrali. In questa “frenesia” gli attori avevano bisogno di potersi muovere senza troppi impedimenti».

Come hai reso i personaggi con i tuoi costumi?

D.T.: «Per descrivere l’importante presenza femminile del testo, siamo partiti dall’idea che dovesse essere visibile l’abbigliamento intimo: una base comoda che sottolineava l’erotismo che emerge dal testo, ma rappresentava anche la fugacità e la leggerezza con le quali queste donne, una dopo l’altra, si presentano a Don Giovanni. Per Isabella avevo scelto di modificare un abito in stile impero, presente nell’archivio dei costumi di A.LI.VE., in organza e cotone color avorio. L’abito lo avevo lavorato sul centro del davanti, riproducendo con del merletto e un nastro di raso color champagne un’allacciatura da corsetto che imitava quelle presenti sui bustini d’epoca. L’abito veniva indossato da Isabella durante tutto lo spettacolo e fungeva da vestaglia da notte, lasciando intravedere sotto un corpetto intimo in raso dello stesso colore della decorazione.

Per Donna Elvira, personaggio più passionale rispetto a Isabella, la scelta era partita dall’abbigliamento intimo; in questo caso però un corpetto nero, addirittura una guepiere originale, che ho sovrapposto ad un abito nero e argento. Dell’abito avevo scelto di modificare la gonna, facendola diventare più corta davanti e più lunga dietro, in modo da conferire all’abito un aspetto più moderno e seducente, arricchendola poi con delle balze di varia forma e pesantezza per ampliare e coreografare i movimenti che tanto hanno caratterizzato questa regia».