UN NUOVO VOLTO IN A.LI.VE.: IL MAESTRO MASSIMO LONGHI

A cura di Alice Martini

Massimo Longhi, diplomato in tromba al Conservatorio di Milano e da anni prima tromba nell’Orchestra dell’Arena di Verona, è il nuovo insegnante di tromba di A.LI.VE. «Spero di potere offrire al meglio le mie competenze e di contribuire alla creazione in Accademia di una classe di allievi» afferma con entusiasmo il maestro.

Mi racconti la sua carriera accademica e lavorativa

«Sono stato ammesso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano dopo una selezione che assegnava tre posti per una quarantina di candidati e lì ho compiuto il mio percorso di studi, prima la maturità e poi il diploma in tromba nella classe di Giuseppe Bodanza. Grazie agli insegnamenti del mio maestro ho iniziato, ancora studente, l’approccio all’orchestra e al teatro. Ricordo ancora la gioia di quel debutto: il “Requiem” di Verdi diretto da Claudio Abbado con l’orchestra della Scala. Da quel momento ho iniziato a collaborare con varie orchestre come prima tromba, per citarne alcune le orchestre Rai di Milano e Torino, la Toscanini di Parma, la Filarmonica e il Teatro alla Scala, l’Orchestra della Svizzera. Sono infine approdato all’orchestra dell’Arena di Verona, dove ho vinto il concorso internazionale per il ruolo di prima tromba, che tutt’ora ricopro. Come insegnante, ricopro l’incarico in alcuni Conservatori di Stato e sono chiamato a partecipare a varie masterclass. Mi dedico anche alla direzione d’orchestra e sono consulente artistico in varie associazioni musicali».

Come ha conosciuto A.LI.VE.? Cosa ne pensa dell’Accademia?

«Ho conosciuto A.LI.VE. grazie a Paolo Facincani, il suo direttore, con il quale mi ero complimentato per la meravigliosa performance del Coro voci bianche in un concerto che ci ha visti entrambi protagonisti. Ascoltando le parole del maestro, di come lavorava con i ragazzi e da dove venisse l’idea di creare A.LI.VE., mi sono reso conto della grande energia e curiosità che lo contraddistinguono. Credo che questa Accademia sia il risultato di tutto questo entusiasmo: una realtà che non può che fare bene a tutta Verona, un esempio da copiare a livello nazionale».

Qual è il suo rapporto con gli allievi?

«Gli allievi a qualsiasi livello di preparazione hanno sempre bisogno di essere incuriositi. Penso che questo sia il compito di un insegnante: creare curiosità, mettendo a disposizione tutte le proprie competenze e il proprio vissuto musicale. Suonare uno strumento significa dedicare a questa passione molto tempo, in un continuo scoprire nuove peculiarità e possibilità; è faticoso ma restituisce sempre molte soddisfazioni. Spiego sempre ai miei allievi che ogni volta che saliamo su un palcoscenico siamo soli con noi stessi e non possiamo trovare scuse: la musica è già scritta, il compito del musicista è farla vivere, grazie ad una consolidata competenza che ci fa compiere questa attività con gioia. Uno studio ragionato è l’unica via che porta ad un buon risultato».

Quali aspettative ha da questa collaborazione con A.LI.VE.?

«Da questa esperienza spero di potere offrire al meglio le mie competenze e di contribuire alla creazione  in Accademia anche di una classe di tromba».

Quali sono i suoi progetti per il futuro in A.LI.VE.?

«Una volta creata una classe, mi piacerebbe trasformare il corso anche in un’Accademia Europea della tromba. Questo progetto coinvolgerebbe musicisti da tutto il mondo, che offrirebbero agli allievi il loro modo di sentire e di concepire lo studio di questo nobile strumento. Ho già contattato alcuni trombettisti, alcuni di loro sarebbero già entusiasti di partecipare a questo progetto».

Qual è la sua opinione sul panorama artistico culturale in Italia?

«La cultura della musica, così sentita dalla popolazione, non trova lo stesso entusiasmo nel sostegno delle Istituzioni. Ci sono moltissimi talenti nel nostro paese ma pochissime realtà in cui possono esprimersi, a partire dalle orchestre che sono meno di 20 in tutta Italia. Penso che il nostro Paese potrebbe benissimo permettersi di avere un’orchestra stabile in ogni provincia. L’esempio di A.LI.VE. è importante: una solida Accademia che ben si esprime sul territorio con didattica, rassegne concertistiche e teatrali».